Recensione “Killers Of The Flower Moon” – Un buon film, ma ha dei problemi

Un film di Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio e Robert De Niro non poteva essere brutto, il fatto che l’opera riuscisse era praticamente inevitabile. Scorsese è forse la maggiore autorità registica ancora in vita, mentre gli altri sono due personaggi che occupano un posto privilegiato nell’olimpo attoriale hollywodiano. La storia che ci viene raccontata è reale, quella degli Osage, e si presta perfettamente a una narrazione di tipo cinematografico, perché possiede elementi di mistero e una giusta dose di pittoricità. Il fatto che “Killers Of The Flower Moon” sia un buon film non implica però che siamo costretti ad accettarlo e amarlo per intero, rendendo anzi necessaria un’analisi critica più approfondita.

In primo luogo, banalmente, dura troppo. E non è una cosa che può dirsi di tutti i film lunghi, perché una pellicola come “C’era una volta in America”, per quanto mi riguarda, occupa benissimo le sue quattro ore abbondanti; l’ultima opera di Scorsese, invece, si perde in alcuni innecessari momenti di lentezza senza i quali il film avrebbe guadagnato in vigore e dinamismo. Il film non è mai noioso, sia chiaro, ma il ritmo fin troppo pacato a cui procede in certi punti non soddisfa nessun bisogno narrativo, e non è nemmeno un pretesto per inserire simboli o intellettualismi di varia natura. Insomma, lentezza fine a se stessa.

Altra piccola debolezza che non avrei mai pensato di dover sottolineare, ma che in realtà ho notato essere condivisa da moltissimi utenti, riguarda la performance di Leonardo: attore eccezionale, uno dei miei preferiti di sempre, ma che in alcuni punti sembra quasi una caricatura, ed è come se il suo abituale virtuosismo sia stato sostituito da una recitazione in qualche modo macchiettistica. Questo aspetto tristemente comico di DiCaprio è fortunatamente limitato ad alcune scene, ma è quasi impossibile non percepire che nel ruolo qualcosa non funziona. Anche il personaggio è stato strutturato non benissimo, spesso ingenuo, a volte sbruffone, pronto a cambiare troppo repentinamente.

De Niro Re, invece, è sicuramente il punto forte del film: una delle migliori performance attoriali del Robert anziano, nei panni di un cattivo senza ideali, uno dei pochi bastardi senza gloria e possibilità di redenzione del cinema mondiale. Un personaggio eccezionalmente squallido, scritto e interpretato nel miglior modo possibile. Per quanto riguarda i personaggi femminili, l’attenzione va sicuramente alla Molly di Lily Gladstone, che mi è piaciuta ma non mi ha fatto impazzire. Ha senz’altro vestito bene il ruolo, ma avrei preferito una personalità meno flemmatica e un’interpretazione un poco più movimentata.

Tre ore che scorrono bene e che rende il film più che degno di essere guardato e apprezzato, ma che nel complesso non ha toccato quella perfezione a cui avrebbe tranquillamente potuto ambire.

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