Cosa significa “STAN”? Analisi del testo di Rose Villain ed Ernia

Il termine Stan ha una storia molto interessante. Si tratta di un neologismo coniato da Eminem, nato come titolo di un celebre brano, che vede l’autore calarsi nei panni di un certo Stan, fan ossessivo che non smette di inviargli lettere disturbanti in cui palesa tutta la sua nevrotica morbosità. La parola è entrata ufficialmente nella lingua inglese, e si usa per riferirsi a un ammiratore fanatico, un po’ eccessivo nelle sue manifestazioni affettuose, ma è riuscita a non portarsi dietro tutte le connotazioni negative che la canzone trasmette.

Nella traccia di Rose Villain ed Ernia, contenuta in Radio Sakura, la narrazione è di stampo puramente romantico e gioca sul parallelismo amore-fanatismo: la persona amata viene idolatrata come se fosse una superstar, e il ritornello esprime il concetto alla perfezione. “So già che mi tatuerò il tuo nome perché sono fan di tutto quello che fai”, Rose scrive, ed è un concetto che può applicarsi sia in amore che nel rapporto con il proprio idolo.

Se la strofa di Rose Villain, per quanto ben scritta, mi lascia poco da aggiungere, quella di Ernia regala un margine di analisi più ampio. Matteo continua a esplorare il concetto di “divismo”, e la scelta di iniziare con la parola “diamanti” è esplicativa in tal senso: la correlazione tra la preziosità dei diamanti e l’alta pressione che li produce viene affiancata all’idea che spesso è la preziosità stessa ad alzare la pressione, innescando un circolo virtuoso che può davvero renderti una superstar.

“Vengo da dove ho due possibilità davanti: o muori da leggenda o diventi un murales”. Insomma, per riscattarsi c’è la necessità di innalzarsi (dall’alto verso il basso, come un uppercut, il montante del pugilato), di diventare qualcosa di più, e attraverso un’altra persona, da ammirare oltre che da amare, diventa più facile credere nella possibilità di riuscirci. “Mi son rivisto in te e attraverso te ho capito che potevo farcela” è una frase con cui Ernia rappresenta quello che spesso proviamo quando ci innamoriamo, soprattutto se di una persona che dimostra di saperci capire, ed è una sensazione simile a quella che sentiamo quando un artista, con le cose che fa, sembra leggerci nell’anima e nel pensiero.

Insomma, viviamo le persone di cui ci innamoriamo come se fossero artisti da divizzare, ed essere un po’ stan (nell’accezione di Rose Villain, non in quella di Eminem) ogni tanto, forse è inevitabile, anche sano.

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